Titre : L'Adunata dei refrattari
Éditeur : [s.n.?] (New-York)
Date d'édition : 1930-07-05
Notice du catalogue : http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb32682828d
Type : texte texte
Type : publication en série imprimée publication en série imprimée
Langue : italien
Description : 05 juillet 1930 05 juillet 1930
Description : 1930/07/05 (A9,N23). 1930/07/05 (A9,N23).
Droits : Consultable en ligne
Identifiant : ark:/12148/bpt6k5132936d
Source : Bibliothèque nationale de France, département Droit, économie, politique, JO-51341
Conservation numérique : Bibliothèque nationale de France
Date de mise en ligne : 10/09/2019
PUBBLICAZIONE SE T TI M A N A L E
ANNO IX. — No. 23
Box 1, Si 18 — Newark, New Jersey
4 LUGLIO 1776
m » »
Itai frullili f«**t«uili, «Ih! finti mitUU'ciowi, «b«lh*
fl:i\i ili ii^Kiliilo Mii lilMI’i tin iiih ilo h «Iì*>I«*vh i Intinsi
rr|HibbiicA trion feti-ire risvegllantlo |n*r Ir
lillà, |H*i binubi, |H*r Ir valli. l'eco lontana ilrllr
primr li ut li ne tirila 'tal ria assmta alla ululili ilrl-
l'iiulip«‘iiilrn/a e «Iella libertà!
e
K jji orbagli si arrendono. Olii, tredlri anni in-
natisi «*lie il jMipnlo fianirse srpiirllissr m>||o l«* *i*o-
\in«‘ «Iella lln-tiuìia i >>ii\iIrci «Iella nobiltà e «lei
riero} uni, mezzo setolo prima elle s'iniziasse sul
\eeiliio rontinenlr la lolla |k*i* rafl'raneaniento «lei-
l<* iialiir, al senato, Illustre ili sincera e«l onesta
seniplicilà repubblicana, un umile avvocato «li
Sbttdvvcll «liieileva or sono 127 anni (I) «Ile in pub
blici stalliti fossero omisacmt I, auspicio solenne al-
l'avvenire <*dello stato e d«*lle colonie aU'indhH'iHleiizA, il di-
i Ilio ilei ( illadini all'egnaalianza e alla libertà.
* * *
(■li orgouli si accendono.
I ninnii dei primi imniiurali — che cercarono la
tirili, la forza «al i destini.«Iella nuova patria india
livida severità «airitana — giudicano dalle pingui
fortune paradossali, dagli agi sardana>»ales<'Iii «Icl-
i'inulile esistenza, che gli eventi non tradirono
[‘auspicio cd alla repubblica prospera e grande
sciolgono gli inni, le grazie, i voti litudine soddisfatta e felice.
(fai templi festanti, dai forti minacciosi, dalle
navi in agguato sui mari, tuonate a distesa, bronzi
della inpiibhlica t idoli fai elee, risalutando le fortune
della patria assurta alle glorie ihdl'iiulipcmleuza e
dèlia libertà!
* * *
Ma dai «lue mari non risponde l’eco: ma i venti
•lidia notte {«urtano, turbinando, gemili, impre«'n-
zioni, maledizioni!
Maledicono «la Cuba i bruni tigli dell'Antilla sti
lici ba cito sventolarono indarno dagli spalti di San
•luan la dii hia razione «li Jefferson e rinvitsione del
la patria contesero indarno, cinti «lei loro diritto,
alla libidine imperialecinta d'armi, briaca di sangue «* d'imperio.
Maledicono dalle Filippini* i pallidi fratelli di
Aguinablo che sotto il vessillo costellato «Iella gran
de repubblica videro rinascere gli orrori medioex ali
dell'inquisizione e «Iella tortura, le « t.aleazzo, lo stupro, l'evirazione, la strage.
L'indipendenza è menzogna!
# * *
Ma «lai campi fecondati dal nostro sudore, dalli*
officine sonanti del nostro lavori» servile, dalla mi
niera che « i nega la luce del sole e quella del vero,
«lai tuguri tristi d’anemia e «l'inedia, dai postriboli
«he danno alla miseria ed al vizio il pane clic la
repubblica nega alla virtù austera, dallt* culle in
cui languono sotto il seno arido delie madri sellia
te i nostri figliuoli, dalle galere repubblicane che
soffocano la voce dei liberi; «lalle tombe che accol
gono nel fiore l’esausta virilità «lei niulri e dei fra
telli; i»ei vecchi morti all'ospedale «*«1 alla miniera,
l»er le madri, per 1«* sorelle perdute all'officina o
jm*i* gli angiporti delle tue suburre, pei bimbi che
ignorano il bacio «I«*i padri fucilati, per la giusti
zia che neghi, iter la xerità che inganni, pel diritto
NEW YORK, SABATO 5 LUGLIO 1930
• Ite cal|N‘sii, alla tua gloria assassina, alla tua pus
sperità ladra, alla tua libertà bugiatila, alla tua
civiltà «la linciaggi. r<*pubbli«a Iurta* «l'analisii, «li
sfruttatori, repubblica sguaiata di soldataccl e «li
manigtddi, sordida repuhblh-a «li gesuiti e «l'impii-
-Itoti, «li sbirri «* «li vampiri maledii iamo, cordial-
uienle. in coro, noi, noi prol«*lari «li teriv, di liti-
gin*, di nomi «• «li tradizioni «llverse ma nel dolore
e nell'odio, nella s{N*raii/a, nella fedi*, nelle aspira
zioni ius«*parnbilm<-nt<‘ conserti.
* * *
Suom*rann<» a stonilo, un giorno — «l«»»a» hi bu-
l'ern — le caiitnane sulle « illà. sui «'amili, -ni bor
ii problema della demolizione del fascismo
c presentato come il più impellente per il po
polo italiano: abbattere il fascismo ch’è ti
rannia, schiavitù, medioevo.
E va bene: abbattiamo il fascismo. Ma se
nella ricerca dei mezzi con cui abbatterlo in
tendiamo fare opera più concreta della vuota
demagogia intenta ad aizzare le giuste pas
sioni della folla senza preoccuparsi di darle
coscienza dei suoi diritti e fondate speranze
nell’avvenire, se cioè noi intendiamo che le
armi della demolizione del regime fascista si
affilino all’acciaio puro della verità, della
giustizia, della ragione su cui possa erigersi
solido e duraturo l’ordine nuovo del domani,
noi dobbiamo precisare che cosa sia il fasci
smo, quali siano le cause che lo determinaro
no e lo tengono in vita, come possa il popolo
disfarsene ed armarsi a prevenirne ogni pos
sibilità di ritorno.
Che cosa è dunque il fascismo?
Il suo capo si è spesso vantato di esserne
il solo autore e di potere con atto puro e sem
plice della sua volontà ridurlo nella creta in
forme da cui con puro atto di volontà lo tras
se. Ma le guasconate del duce non ingannano
nessuno e i suoi conati reazionari — dato e
non concesso che siano stati di sua invenzio
ne — non sarebbero durati un giorno ove non
si fossero imbattuti in istituzioni ed in am
biente preparati a secondarli.
Una parte del fascismo è nella tradizione
nazionalista della destra reazionaria, onde
una delle forze maggiori del regime sta nel
partito con cui queste tradizioni si sono amal
gamate. La guerra aveva riaccesi gli ardori
patriottici della borghesia italiana, aveva
esaltati gli interessi del capitalismo avventu
riero, glorificati gli orgogli della stirpe di
cui si pascevano da oltre un cinquantennio
le clientele dell’ateneo, della caserma e delle
professioni medie.
Ma di fronte al dilagare impetuoso delle
masse proletarie sulla via appena dirozzata
della rivoluzione sociale, impeti ed orgogli
patriottici avrebbero disarmato — come di
sarmarono infatti nel 1919 rassegnandosi a
quel che ognuno considerava ormai inelutta
bile — se in alto la dinastia con tutti i suoi
nessi e connessi, il governo palese del re, il
governo occulto della corte, le camarille ag-
girantisi intorno allo stato maggiore, non
triti, stille xpiaiuiV *«' Uniti, ritieni i «li Siile, «li lutili-
bini, «li niMtlri ululivi*. Saluteranno Ih retleu*4«.«»e
«l«*ll«* plebi a firn «leale «bilia 'abbuili!, «lolla ut* ••«».
lina e «bilia miseria, «lai prete, «tallo Stat««, «Ini |«a-
iie, sulla rovina «lei «eeelib» « u « I i t •« - sotto le. tifa
re oltre la famiglia, la leuue. la fiumi leni.
Sarà il nostro -I Inolio
I a rivoluzione iati ile -crlvcrà presiti il mi|.
lesino*.
it. «; \i.lk \ n f
(lt (Cronaca Sovversiva, 1 lugUo 1 *j»o:; >
avessero dato all’avventura reazionaria il
loro alto patronato incoraggiandola eoa le
armi e con l’impunità a tutte le sangui uose
imprese. Il partito fascista conta così poco
negli avvenimenti italiani del dopo guerra,
che la sua costituzione stessa è posteriore
allo squadrismo e, quindi, alla conquista mi
litare della penisola.
Partito e dinastia, pur disponendo degli
organi dello stato non sarebbero andati lici
to lontano nelle loro imprese di sangu *, se
non avessero avuto la complicità del capitale
agricolo, industriale e finanziario. (Ili avve
nimenti storici si compiono attraverso la se
quela e la sovrapposizione degli episodi, onde
è necessario, per chi non sia nel segreto delle
cose e delle persone, vederli a distanza con
visione panoramica per comprenderne il si
gnificato, intuirne la complessità delle forze
operanti. Cosi può essere parsa autonoma la
reazióne rurale della valle del Po alle incerte
agitazioni socializzatrici dei contadini nel
1919-20; ma ora si sa che non a caso i primi
strumenti dello squadrismo padano uscivano
dai ranghi dell’esercito, della gioventù bor
ghese spostata, garantiti d’impunità dai pre
fetti e dalle corti d’appello; ma ora si sa che
non soltanto il capitalismo nazionale, svapo
rata — sotto le pompe traditrici della social-
democrazia — l’onda rivoluzionaria dell’im-
mediato dopo guerra, si strinse intorno alla
monarchia per infliggere il colpo di grazia
alle incostanti aspirazioni del proletar iato,
ma che anche il capitalismo internazionale,
francese, inglese, americano contribuì a de
terminare l’indirizzo assolutista della politi
ca interna d’Italia, facendone condizione
*'sine qua non” dell’estensione di prestiti alla
economia privata e pubblica rovinata dalla
guerra.
* * *
Quando si dice fascismo quindi, non si dice
soltanto il milione di tesserati burocratici
funzionari alti e bassi che prosperano :otto
l’insegna del littorio. Si dice invece una coa
lizione potente di uomini e di cose, nazionali
e internazionali mobilitati con tutte le risorse
di cui possono disporre in questo tempo di
grandi possibilità e d’intima concatenazione
dei dominatori d’ogni paese, uomini di go
verno e uomini di finanza, determinavi ad
erigere una barriera irresistibile di ferro e di
Primo: ABBATTERE IL FASCISMO
ANNO IX. — No. 23
Box 1, Si 18 — Newark, New Jersey
4 LUGLIO 1776
m » »
Itai frullili f«**t«uili, «Ih! finti mitUU'ciowi, «b«lh*
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rr|HibbiicA trion feti-ire risvegllantlo |n*r Ir
lillà, |H*i binubi, |H*r Ir valli. l'eco lontana ilrllr
primr li ut li ne tirila 'tal ria assmta alla ululili ilrl-
l'iiulip«‘iiilrn/a e «Iella libertà!
e
K jji orbagli si arrendono. Olii, tredlri anni in-
natisi «*lie il jMipnlo fianirse srpiirllissr m>||o l«* *i*o-
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riero} uni, mezzo setolo prima elle s'iniziasse sul
\eeiliio rontinenlr la lolla |k*i* rafl'raneaniento «lei-
l<* iialiir, al senato, Illustre ili sincera e«l onesta
seniplicilà repubblicana, un umile avvocato «li
Sbttdvvcll «liieileva or sono 127 anni (I) «Ile in pub
blici stalliti fossero omisacmt I, auspicio solenne al-
l'avvenire <*dello stato e d«*lle colonie aU'indhH'iHleiizA, il di-
i Ilio ilei ( illadini all'egnaalianza e alla libertà.
* * *
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I ninnii dei primi imniiurali — che cercarono la
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livida severità «airitana — giudicano dalle pingui
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dèlia libertà!
* * *
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Maledicono «la Cuba i bruni tigli dell'Antilla sti
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la patria contesero indarno, cinti «lei loro diritto,
alla libidine imperiale
Maledicono dalle Filippini* i pallidi fratelli di
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L'indipendenza è menzogna!
# * *
Ma «lai campi fecondati dal nostro sudore, dalli*
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NEW YORK, SABATO 5 LUGLIO 1930
• Ite cal|N‘sii, alla tua gloria assassina, alla tua pus
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agricolo, industriale e finanziario. (Ili avve
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operanti. Cosi può essere parsa autonoma la
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1919-20; ma ora si sa che non a caso i primi
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ghese spostata, garantiti d’impunità dai pre
fetti e dalle corti d’appello; ma ora si sa che
non soltanto il capitalismo nazionale, svapo
rata — sotto le pompe traditrici della social-
democrazia — l’onda rivoluzionaria dell’im-
mediato dopo guerra, si strinse intorno alla
monarchia per infliggere il colpo di grazia
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ma che anche il capitalismo internazionale,
francese, inglese, americano contribuì a de
terminare l’indirizzo assolutista della politi
ca interna d’Italia, facendone condizione
*'sine qua non” dell’estensione di prestiti alla
economia privata e pubblica rovinata dalla
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* * *
Quando si dice fascismo quindi, non si dice
soltanto il milione di tesserati burocratici
funzionari alti e bassi che prosperano :otto
l’insegna del littorio. Si dice invece una coa
lizione potente di uomini e di cose, nazionali
e internazionali mobilitati con tutte le risorse
di cui possono disporre in questo tempo di
grandi possibilità e d’intima concatenazione
dei dominatori d’ogni paese, uomini di go
verno e uomini di finanza, determinavi ad
erigere una barriera irresistibile di ferro e di
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