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Titre : Le opere di Galileo Galilei : edizione nazionale sotto gli auspicii di sua maesta il re d'Italia. Vol. 15 / [pubblicata da Antonio Favaro, Isidoro del Lungo, V. Cerruti, G. Govi, G. V. Schiaparelli, Umberto Marchesini]

Auteur : Galilei, Galileo (1564-1642). Auteur du texte

Éditeur : G. Barbera (Firenze)

Date d'édition : 1890-1909

Contributeur : Favaro, Antonio (1847-1922). Éditeur scientifique

Contributeur : Del Lungo, Isidoro (1841-1927). Éditeur scientifique

Contributeur : Govi, Gilberto (1826-1889). Éditeur scientifique

Contributeur : Schiaparelli, Giovanni Virginio (1835-1910). Éditeur scientifique

Notice d'ensemble : http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb304760526

Type : monographie imprimée

Langue : italien

Format : 20 tomes en 21 vol. ; in-4

Description : Collection numérique : Originaux conservés à la Bibliothèque de l'École polytechnique

Droits : Consultable en ligne

Droits : Public domain

Identifiant : ark:/12148/bpt6k94914z

Source : Université Paris Sud, B2-14 (15)

Conservation numérique : Bibliothèque nationale de France

Date de mise en ligne : 15/10/2007

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saputa fjiia servire a cosa itlcuna, se non di una. buona volontà. Mia moglio et io ci rallegriawo che la stia bene, e Mous.ro M."10 sa molto .bene conie si trattano li pari suoi. Io mi ricordo devotissimo servitore a S. S. Ill."m Dal S.r Mario (1) ô auto continue miove del'essar di V. S., cosl dal S.r Ambasoiatore, cosi del desiderio che la tiene di andare a goder la patria e li amici nia le cose di qua, corne la sa per esperienzia, sono assai lunghe. La mia moglie anderà dalla S.m Ambasciatrice, e quest'altra settimana la saprà qualche cosa. 10 La luttera di quel R. fu data in propria mano. La mia nioglie et io ci ricordiamo devotissimi servitori a Vr. S., ricognoscendo la sua benignità, gli tacciamo un' uniilissiina reverenza, pregandole da Dio ogni desiderata consolazione.

Di llnnia, li 20 di Agosto 1033. Di Y. S. molto Ill.re et Ecc.il

Dev."10 et Ob.° »Ser.rft Orazio Cavalcanti.

2648*.

MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Siena. Arcetri, 20 agosto 1633.

Bibl. Naz. Fir. Mss. GaJ., P. I, T. XIII, car. 221. Auto^rafa.

Amatiss.mo Sig.r Padre,

Quando scrissi a V. S. circa il suo avvicinarsi qua o vero trattenersi costi ancora qualche poco, sapevo l' instanza che si era fatta al Sig.r Ambasciatore, ma non già la sua risposta, la quale intesi dal Sig.r Geri, che fu qui martedi passato quando già havevo scritto a V. S. un' altra lettera et inclusovi la ricetta delle pillole, che a quest'hora doverà esserle pervenuta. Il motivo adunque che m'inclusse a scriverle in quella. maniera fn, che esscndomi io trovata più volte a discorrer con il Sig.r Rondinelli, il quale in questo tempo è stato il mio rcfugio, perché, corne pratico et esperimentato nelle cose del mondo, moite volte mi ha alieggerito il travaglio pronosticandomi per appunto come le cose di V. S. io potevon passare, le quali io mi figuravo più precipitose di quelle che poi sono state, fra l'altre una volta mi disse che in Firenze si diceva che quando V. S. partiva di Siena doveva andare alla Certosa(2), cosa che a nessuno de gl' amici era di gusto e vi aggiunse buone ragioni, ma in particolare alcune di quelle

(1' Mario Guiuuccr.

<3> Cfr. nu.' 2568, 2635.